HOME-PAGE

Prime (Usa 2005) di Ben Younger con Uma Thurman, Meryl Streep, Bryan Greenberg

Lei quarantenne con un matrimonio appena fallito. Lui ventenne di belle speranze. In mezzo una psicoterapeuta che è madre (ebrea) di Lui e analista di Lei. Riusciranno i due ad essere felici? Il repertorio standard della commedia sentimentale c'è proprio tutto: borghesia liberal e benestante, morale rigorosamente politically correct, un incontro fatale, Lei potenzialmente frigida, Lui un eterno bambino, battute sagaci, un impedimento (non troppo grave) che si frappone tra i due, il tormentone e soprattutto ... New York.
In Prime, però, c'è pure qualcosa in più e qualcosa in meno. In più c'è una confezione furbetta che strizza l’occhio al pubblico che vuole “l’impegno” e ogni tanto ti fa venire il sospetto che la vita non sia solo innamoramenti e sindromi di Stendhal. In più c'è che Lei non è Meg Ryan (senza nulla togliere a Meg). Lei è Uma Thurman e dunque proprio non ci scommetti sulla sua frigidità repressa. In più c'è che Lui non sembra un eterno bambino ma bambino lo è davvero dal momento che, nella fabula, ha 15 anni meno di Lei. In più ci sono dialoghi a tratti davvero sopra la media e di più c'è Meryl Streep che sopra la media lo è quasi sempre.
In meno c'è il lieto fine. A qualcuno questa cosa sa di impegno sociale, ad altri di moralismo. Ma visto il contesto, visto che siamo a New York, visto che per tutto il film ci siamo pure appassionati e divertititi, verrebbe da dire: che costava mettercelo sto lieto fine?!

(Giulio Arcopinto)

 

Meryl Streep e Uma Thurman

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<back>