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Le particelle elementari


(Germania 2006) di Oskar Roehler con Moritz Bleibtreu, Christian Ulmen, Martina Gedeck, Franka Potente

M. Houellebecq è uno scrittore i cui libri fanno soffrire, uno scrittore interessato a svelare i principi alla base dei comportamenti umani, un autore la cui capacità di analisi non può che svelare l'osceno, immanente, capillarmente pervasivo orrore del mondo. Alla base del suo Le particelle elementari, romanzo del 1998 permeato da una totale sfiducia nel genere umano, c’è una semplice constatazione: l’avvento della scienza moderna ha portato con sé, oltre al razionalismo, l’individualismo che fomentato dal sistema economico e, nel suo aspetto competitivo, si fa metafora del dominio dello spazio, dominio della lotta degli animali meno evoluti. Metafora del dominio del tempo è invece la competizione sessuale, ridotta a bene di lusso dall’immaginario pubblicitario, unica fonte sperata e sperabile di soddisfazione per un desiderio indotto, sempre alimentato ed alienante.

Questo film, tratto dal più glaciale ed agghiacciante dei romanzi di Houellebecq, non ne riesce a contenere il vasto sostrato filosofico e si limita, edulcorandola, a riproporne la trama, evitando viruosisimi di regia e di sceneggiatura. Forse è meglio così, perché in tal modo evita il rischio della ridondanza e si limita a gestire con successo personaggi e situazioni. All’autore del romanzo il film non è piaciuto: troppa ironia e poco sarcasmo, troppi sentimenti e poche deduzioni logiche, ma tant’è: il lavoro di Roehler riesce comunque ad evitare banalità ed eccessi romantici e, anche grazie ad un ottimo cast, si propone come una sconcertante versione cinica e straniante del classico film di intrecci famliari e sentimentali. Un’operazione che oggi, mentre si osanna La bestia nel cuore, in Italia non potrebbe avvenire (infatti non è avvenuta). Peccato solo per il Michel (qui Michael, data la ricollocazione in Germania della storia) di Ulmen, reso più come un ingenuo imbranato che come lo scienziato privo di sentimenti che viveva, odiato ed amato da ogni lettore, nelle pagine del romanzo.

(Giacomo Fabbrocino)

 

Michel Houellebecq

 

 

 

 

 

 

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