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Parole
d'amore (Usa
2005) di Scott McGehee e David Siegel con Richard Gere, Juliette
Binoche, Flora Cross, Max Minghella
Che l'accoppiata di registi fosse un bluff,
era chiaro fin dai tempi de I segreti del lago.
Che potessero arrivare a tali abissi di stoltezza registica,
però, era difficilmente preventivabile. Il plot, opera di
mamma Gyllenhaal da un libro di Myla Goldberg,
ci mette del suo (ai limiti del demenziale:
una bambina si scopre campionessa di spell contest - disciplina
difficilmente comprensibile fuori dai confini americani - e va letteralmente
in estasi - la cui rappresentazione per immagini è tra i momenti
più scult! - durante le gare; il padre, docente di materie religiose,
crede che la figlia possa riuscire lì dove lui ha fallito: avvicinarsi
allo shifa, il trascendente, lo stato più vicino a Dio;
moglie e primogenito, sentendosi trascurati, si rifugiano una in uno
smarrimento - che è del personaggio e dell'attrice insieme -
l'altro in una comunità di Hare Krishna), il
resto lo perpetrano McGehee & Siegel.
Divertente la traduzione delle parole oggetto di gara: possibility diventa
prefettizia, sequel diventa esequie e dandelion diventa
bandonion.
(Rosario
Gallone) |
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