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Otto notti di follie

(Usa 2002) di Seth Kearsley

Credo che Pigrecoemme detenga un primato: quello delle recensioni a film che non si fila nessuno. Difficilmente troverete, in giro per il web, due righe su Jimmy Neutron, Pluto Nash, Parva ed il principe Shiva, 100 ragazze. In questa tornata mensile tocca ad Otto notti di follie che negli Usa ha segnato la definitiva transustanziazione di Adam Sandler da individuo/attore a personaggio. Diventare un cartone animato, finora, è stato un privilegio riservato a creazioni di fantasia (l'ultimo è Mr. Bean), ma il caso Sandler è più anomalo (riconducibile semmai alla cartoonizzazione del mito Basinger - 9 settimane e 1/2 in Fuga dal mondo dei sogni di Ralph Bakshi) perché a trasformarsi non è una sua caratterizzazione particolare, ma proprio lui (sarebbe a dire che il "giovane Adam" veste sempre gli stessi panni, che a dirigerlo ci sia Steven Brill o Paul Thomas Anderson), l'apparentemente immaturo, sfaccendato, politicamente scorretto trentenne che, invece, nasconde un animo nobile e sensibile. Detto questo c'è ben poco da aggiungere se non che, anche in versione animata, Sandler continua ad essere ignorato dal pubblico italiano (una volta tanto, non a torto) e che il regista Seth Kearsley ha già diretto la serie Tv dedicata al mezzemaniche Dilbert.

(Rosario Gallone)


manifesto originale

 

 

 

 

 

 

 

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