Le onde
del destino di Lars Von Trier (Danimarca / Svezia / Francia / Olanda
/ Norvegia 1996) con Emily Watson, Stellan Skarsgård, Katrin Cartlidge,
Jean-Marc Barr, Udo Kier.
In Breaking
the Waves tutto nasce da dicotomie e contrapposizioni: la terra
ed il mare, l'autoctono ed il forestiero, il sacro ed il blasfemo. La
stessa Bess, la protagonista, soffre di una forma di schizofrenia che
la porta ad assumere come identità secondaria quella del Dio cattolico.
Breaking
the Waves,
parla, con potenza rara, della forza dell'amore e di come questo potere
sia in grado, se vero, di condurre gli opposti a coincidere.
L'amore che
Bess nutre per suo marito, riuscirà addirittura a sanare, nell'ultima,
folgorante inquadratura, la divisione eterna fra vita e morte.
Lo stile protodogmatico
di Von Trier trova
in questo film, meglio che in Dancer in the dark, giustificazione
teorica e funziona come un cappio al collo dello spettatore: la macchina
a mano di Robby Muller si muove come il pennello di un espressionista
ed Emily Watson sembra posseduta dallo spirito di Maria Falconetti.
Fondamentale. Storia del cinema.
(Giacomo
Fabbrocino)
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