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O come Otello (Usa 2001) di Tim Blake Nelson con Josh Hartnett, Mekhi Phifer, Julia Stiles, Martin Sheen

Otello diventa Odin, Iago Hugo, Desdemona Daisy, l'esercito una squadra di basket universitaria. Il lavoro di modernizzazione del testo shakespeariano si ferma alla superficie. Tim Blake Nelson (attore che ricordiamo con la divisa da evaso, accanto a George Clooney e John Turturro, in Fratello dove sei?) segue il solco lasciato di recente dall'ottimo Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann (lì il corto circuito era tra l'immaginario postmoderno e i dialoghi in versi), e lungo il quale si sono già arenati la commediola 10 cose che odio di te di Gil Junger (da La bisbetica domata) e Hamlet 2000 di Michael Almereyda (da ?), regalandoci un prodotto che definire anodino sarebbe dir poco. E sì, perché la sciatteria registica è qualcosa cui siamo abituati di fronte ad un film di Neri Parenti, dei Vanzina vacanzieri (quelli nostalgici sono più curati), di Albert Pyun, ma, di solito, non è un problema per una pellicola media hollywoodiana. Invece, Nelson sembra aver girato con gli occhi chiusi, salvo poi rimediare in postproduzione con ralenti ed inquadrature incongrue (le colombe bianche dovrebbero essere metafora della purezza di Daisdemona?). La nuova musa degli epigoni del Bardo pare sia Julia Stiles (presente in 3 dei 4 adattamenti succitati, compreso quello recensito). E non è un bene.

(Rosario Gallone)

 

 

 

 

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