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Nella morsa
del ragno (Usa 2001) di Lee Tamahori con
Morgan Freeman, Monica Potter, Michael Wincott, Penelope Ann Miller
Dopo Il collezionista di Gary Fleder,
torna il poliziotto/psicologo Alex Cross (alias Morgan
Freeman) in un thriller non molto avvicente e non molto credibile
(come, del resto, i romanzi di James Patterson da cui sono state
tratte entrambe le pellicole), diretto dall'ex promessa maori, Lee
Tamahori (Once Were Warriors), ben presto adeguatosi
alla medietas mainstream (Scomodi omicidi, L'urlo
dell'odio). Questa volta, lo psycop è alle prese
con il falso professore Soneji (certo, nel 2001 e soprattutto
in un film hollywoodiano, ci si aspetterebbe un maggior impegno dei
truccatori: dalla prima inquadratura si vede che Michael Wincott
ha una faccia finta!) che, dopo quasi tre anni di permanenza in uno dei
college più in d'America (ogni bambino ha a sua disposizione
un megagalattico PC a schermo piatto, degno sostituto degli anacronistici
carta, penna e calamaio!), riesce a rapire Megan, figlia di un
senatore. L'agente Jezzie (Monica Potter, un incrocio tra
Skipper e Barbie), addetta alla sicurezza della piccola,
affianca il più anziano collega, ammorbandolo, continuamente, con
ricorrenti rimorsi per non aver saputo fare il proprio lavoro.
Nella morsa del ragno non è indimenticabile, né
lascia il segno. Tutt'al più, si possono apprezzare i 63 anni di
Freeman (portati splendidamente) e le musiche di Jerry Goldsmith.
Colpi di scena? Per me c'è stato, alla fine. Ma confesso:avevo
molto sonno quando ho visto il film!
(L.G.)
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