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The Mothman
Prophecies (Usa 2002) di Mark Pellington
con Richard Gere, Laura Linney, Will Patton, Alan Bates
Se mi chiedessero "perché sei andato a vedere The Mothman
Prophecies?" non potrei rispondere per Richard Gere (non
sono un suo fan né mi sembra che, in passato, si sia distinto per
scelte sempre azzeccate) e tantomeno per la storia (ché, a leggerla,
ricorda l'orrido copione di Dragonfly). Allora perché?
Per il regista: Mark Pellington, artefice, tre anni fa, di una
delle migliori pellicole degli ultimi anni (Arlington Road).
A questa sua terza prova, Pellington dimostra di avere le idee
chiare in fatto di regia, che piega al suo personale discorso sulla difficoltà,
nella vita (e nell'arte?) di mettere a fuoco le cose (l'incipit
dell'opera precedente - inquadrature sghembe, tremolanti, sfocate - diventa
qui leitmotiv). E se la messa a fuoco è complessa con riferimento
a fatti tangibili (gli attentati terroristici), figurarsi con riferimento
ad eventi inspiegabili secondo la logica comune (le apparizioni dell'
"uomo falena", foriere di cattivi presagi). Sono sobbalzato
sulla poltrona più di una volta (e mi capita raramente)e, come
se non bastasse, tutta la vicenda (assimilabile - se vogliamo -alla trama
di un qualsiasi episodio di X files) risulta ancora più
inquietante in quanto realmente accaduta tra il '66 ed il '67.
(Rosario
Gallone)
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