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E morì con un felafel in mano (Australia/Italia 2001) di Richard Lowenstein con Noah Taylor, Emily Taylor, Romane Bohringer

E morì con un felafel in mano è un Trainspotting davvero malriuscito (d'altronde come equipararlo!) che, riprendendo in modo evidente lo stile del primo Tarantino, tenta, non riuscendovi, di realizzare un pastiche cinematografico con intento ironico-parodistico. Il film, popolato da personaggi sopra le righe, mossi dalla logica dell'assurdo, aggiunge al disagio della droga quello della disoccupazione e della difficile conciliazione tra realizzazione personale e riconoscimento sociale e si inserisce, pertanto, nell'attuale tendenza cinematografica (anche italiana: del resto Procacci ha prodotto L'ultimo bacio) a privilegiare la tematica della crisi dei trentenni, che distruggono quello che amano di più, per l'incapacità di instaurare rapporti equilibrati d'amore e d'amicizia e di individuare la strada più adatta da intraprendere.
La pellicola, azzerando l'intreccio narrativo, segue i continui spostamenti di Daniel (il bravo Noah Taylor), aspirante scrittore, cantante per sfogo ed evasione, amante ferito e confuso. In lui, sempre fermo alle prime frasi dei suoi racconti e capace di trasferirsi, ma mai di stabilizzarsi, si concentrano anche le inadeguatezze degli altri protagonisti, con le loro delusioni d'amore ed il loro disorientamento. Questo, se vogliamo sforzarci e dargli una forma che, di fatto, non ha. A dire il vero, in più di due ore non mancano alcuni spunti discreti che, pur accompagnati da una buona colonna sonora, rimangono purtroppo tali.
Il film, di orientale, possiede il felafel del titolo (polpetta ripiena di spezie arabe); di occidentale, la produzione; di aborigeno, uno strampalato rito di iniziazione. Una miscellanea che non fa bene al risultato finale.
E' proprio vero, ha ragione il protagonista, "the night eclipses everything", come il film che, privo di svolgimento, con un inizio che preannuncia tristemente la fine, ha oscurato i miei occhi, che in alcuni momenti volevano abbandonarsi ad un dolce sonno.

(F.Z.)

 

Romane Bohringer e Noah Taylor

Il cast

Backstage

Romane Bohringer

 

 

 

 

 

 

 

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