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Il
mio grosso grasso matrimonio greco (Usa
2002) di Joel Zwick con Nia Vardalos, John Corbett, Michael Costantine,
Lainie Kazan
Cenerentola
al quadrato. Questa è la storia della commedia sentimentale di
maggior successo degli ultimi anni a Hollywood (e, per di più,
si tratta di uno sleeper, vale a dire di un record di incassi non
programmato, senza divi di richiamo). Cenerentola è sia
la protagonista del plot (che cambia il suo destino di figlia di
immigrati greci da maritare ad un connazionale col quale concepire tanti
bei figli greci), sia Nia Vardalos autrice ed interprete dell'omonimo
testo teatrale, scoperta da Rita Wilson (di origini bulgaro-greche,
meglio nota come signora Hanks) e proiettata nell'empireo delle
star. Quella di Cenerentola è una favola nella quale, come
in ogni favola che si rispetti, una serie di circostanze fortuite conduce
al lieto fine. Questa serie di circostanze fortuite, nella vita si chiama
culo. Perché ne Il mio grosso grasso matrimonio greco
non c'è niente di più di quanto non ci fosse negli ultimi
wedding-movie (dal remake de Il padre della sposa
a Il matrimonio del mio migliore amico a Se scappi,
ti sposo), anzi, forse è anche meno brillante. Certo, c'è
l'esotica descrizione della comunità greca, ma, per quanto si vede,
è così simile a quella ispanica o italiana, che non ci si
sorprende più di tanto. Sia chiaro, non è un brutto film,
ma non pensiate che 200 milioni di dollari siano indice di una comicità
esplosiva. Si ride qualche volta, si sorride spesso, ci si commuove.
(Rosario
Gallone)
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