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Mi chiamo Sam (Usa 2001) di Jessie Nelson con Sean Penn, Michelle Pfeiffer, Laura Dern, Dakota Fanning

Il fil(m) rouge che lega i lavori di Jessie Nelson ha a che fare, comunque e sempre, con famiglie atipiche. Una madre, prossima a morire, fa un corso accelerato di pratica genitoriale alla nuova compagna dell'ex marito, cui saranno affidati i figli (Nemicheamiche di Chris Columbus, di cui la Nelson è sceneggiatrice); un vedovo si innamora della babysitter afroamericana della figlia nell'America anni '50 (Una moglie per papà, suo esordio dietro la m.d.p.). Tocca ora alla struggente storia di un semiautistico che lotta perché non gli venga sottratta la figlia. Inutile dire che Mi chiamo Sam è il tipico prodotto in cui la strepitosa performance del protagonista (qui uno Sean Penn dallo straordinario mimetismo) fagocita tutto il resto: dalle prove, tutt'altro che sottotono degli altri interpreti (la Pfeiffer ed anche la Dern) ad una regia, per niente piatta, che cerca di (ma stenta a) trovare una propria autonoma dimensione. La debolezza è tutta nello script (incerto tra il family ed il courtroom drama), ricalcato, per la parte processuale, su Kramer contro Kramer che Sam cita esplicitamente nella sua deposizione. Un po' costruito a tavolino, ma se volete lasciarvi andare ad un bel pianto (il sottoscritto ha cominciato dopo i primi due minuti ed ha smesso durante i titoli di coda), è quello che fa per voi. E Dakota Fanning è adorabile.

(Rosario Gallone)

 

Come i Beatles

Dakota Fanning

 

 

 

 

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