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Memorie di una geisha (Usa 2005) di Rob Marshall con Zhang Ziyi, Gong Li, Michelle Yeoh, Ken Watanabe

"Non diventiamo geishe per perseguire il nostro destino, diventiamo geishe perché non abbiamo altra scelta!"

Questa breve frase condensa in sè il senso di un film che scorre per ben 140 minuti in maniera deludente per poi sciogliersi in un lieto fine edulcorato e spento. E' vero, Sayuri diventa geisha perchè non ha scelta! Proviene da una famiglia povera, anzi poverissima di contandini, nel Giappone del 1929, ad un passo dallo scoppio devastante della seconda guerra mondiale e di ben due bombe atomiche. Suo padre e sua madre la vendono ad una okiya ( la casa dove vivono le geishe assieme alla "madre" e alle "sorelle"). In pochissimo tempo la sorte avversa sembra forzarla verso un destino sempre più degradante fino a che non si verifica un incontro che segnerà tutta la sua vita. Piccola serva disperata e sola intenta a fissare un fiume con i suoi "occhi d'acqua" viene notata da un giovane industriale. Da questo momento la bimba lotterà contro mille avversità anche quando gli sconvolgimenti radicali che la guerra porterà con sè metteranno in discussione la sopravvivenza stessa del mondo al quale si è votata e in cui è destinata a distinguersi. Tutto ciò, nel desiderio di vedere realizzato il suo sogno più intimo: incontrare un giorno il suo "direttore generale" ed essere la sua geisha. Geisha, non più per forza, ma, per amore. E purtroppo per noi, ci riuscirà. Il film è segnato da uno stile narrativo attento alla lineare successione degli eventi, (si va dalla difficile infanzia e iniziazione fino alla felice conclusione della vicenda) in cui gli ambienti e le ambigue relazioni personali risultano descritte accuratamente. Lo sguardo informato del regista non lascia, tuttavia, abbastanza spazio alla meraviglia e al mistero per qualcosa che, per quanto possiamo sforzarci di capire, resta lontanissimo da noi. E' spiazzante la riconoscenza che la giovane geisha deve alla sua cosìdetta "sorella maggiore" quando questa riesce a vendere al maggiore offerente la sua verginità. E' spiazzante la determinazione che Sayuri è costretta a condividere in dura competizione con le sue "sorelle" nel cercare un protettore potente al quale legarsi per tutta la vita. In qualità di "non" moglie, amante ufficiale e colta, fiore all'occhiello di colui che la possiederà con orgoglio. Questo film, in sostanza, fallisce, lì dove invece riesce l'ultima opera di Sokurov che con una pennellata poetica racconta il Giappone di quegli stessi anni, devastato dalla sconfitta subita con la seconda guerra mondiale ed esposto drammaticamente e irreversibilmente al confronto con l'Occidente.

(Marina De Rogatis)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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