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La marcia dei pinguini (Francia 2005) de Luc Jacquet avec les manchots empereurs

Simpaticamente (ma anche onestamente) nei titoli di coda risultano accreditati alla sceneggiatura "les manchots empereurs", la razza di pinguini protagonista del documentario (piuttosto fictionizzato, a dire il vero, specie in originale dove ben tre attori - Roman Bohringer, Charles Berling e Jules Sitruk - prestano le voci rispettivamente a Manchot padre, madre e figlio) per girare il quale la troupe ha vissuto per mesi in habitat proibitivi per l'uomo (40 gradi sotto lo zero). Un vero sleeper in America (nella versione statunitense il narratore è unico: Morgan Freeman) dove ha lottato, nella stagione cinematografica di fuoco, quella estiva, spalla a spalla con colossi quali La guerra dei mondi e Batman Begins. In Italia lo è stato un po' meno (i genitori, qui, non accompagnano i figli a vedere i documentari sugli animali al cinema: tanto c'è National Geographic Channel) nonostante l'indubbio fascino dell'evento (reale), raccontato, però, con toni di commedia romantica (c'è la seduzione - sequenza bellissima -, l'amplesso, il concepimento, la separazione, la suspense del tardato ritorno). Fiorello, il narratore, da persona intelligente qual è, non si adagia sulla possibilità di attingere al patrimonio di voci accumulato in anni di Viva Radio 2, ma suppongo che non possa essere Morgan Freeman.

(Rosario Gallone)

 

Un piccolo Manchot Empereur

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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