Kyashan - La rinascita

Kazuaki Kiriya ha bisogno di disseminare lungo il film indizi che ricolleghino la pellicola all'anime seventies (della Tatsunoko, casa produttrice anche di Hurricane Polimar e Tekkaman): il casco originale tra le macerie; un cane (non bionico) di nome Flender; il letto in cui dorme Midori (madre di Tetsuya), nel suo soggiorno coatto, è surmontato da un cigno; lo stemma dei villain è lo stesso del cartone. Questo perché, per il resto, la pellicola si allontana il più possibile dall'originale. Un po' per necessità (la genetica ha reso obsoleti uomi bionici et similia), un po' perché il regista parrebbe voler mostrare l'ispirazione ad un altro immaginario. Che è sostanzialmente occidentale: Blade Runner, X-men, il futurismo (e sue derivazioni sui plakat sovietici), la guerra secondo Spielberg (il b/n di Schindler's List, ma con macchina a mano come in Salvate il soldato Ryan). Sia chiaro: non è che in funzione di questo tradimento che Kyashan - La rinascita mi ha deluso, quanto, piuttosto, per un ritmo estenuante (e stiamo parlando di 140'!!) ed un ricorso non sempre ineccepibile (ah quante magagne!) alla computer grafic.

(Rosario Gallone)

Scuola di Cinema Pigrecoemme