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King Kong (Usa/Nuova Zelanda 2005) di Peter Jackson con Naomi Watts, Adrien Brody, Jack Black, Thomas Kretschmann, Colin Hanks, Jamie Bell, Andy Serkis

C'è un "cuore di tenebra" nel cinefilo (recensore o meno che sia): quello che, pur spingendolo ad inseguire lo stimolo intellettuale, lo porta a stupirsi di fronte alla fantasmagorìa come lo spettatore di Méliès. Peter Jackson gli va incontro imbastendo uno spettacolone eccedente (tre ore son tante, specialmente se rapportate al minutaggio dell'originale, ma reggono incredibilmente tutte) ed arricchendolo di riferimenti che sono letterari (Joseph Conrad, nella prima parte, e, poi, Conan Doyle, Jules Verne, e, curiosamente, il Baricco di Novecento, ma forse è una coincidenza) e cinematografici (il montaggio iniziale - roba da chapliniani Tempi moderni! - tra bestie in gabbia ed uomini ingabbiati nel proprio sogno infranto dalla Grande Depressione; il personaggio di Carl Denham che fa da traît d'union tra Jackson e Orson Welles; Apocalypse Now, chiaramente; il Jurassic Park della seconda parte; la battuta sull'indisponibilità di Fay Wray perché impegnata con Merian C.Cooper; il romantico numero musicale - alla stregua di Ginger & Fred in Follie d'inverno - sul ghiaccio). Ooooooohhh!

(Rosario Gallone)

 

Lo sapevate che...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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