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Le invasioni barbariche

(Canada 2003) di Denys Arcand con Rémy Girard, Stéphane Rousseau, Dorothée Berryman, Louis Portal, Dominique Michel

Ci son voluti ben 18 anni perché l’Impero (americano) in declino (con tutto quello che, traslatamente, porta con se) venisse invaso dai barbari. Che, poi, possono essere semplicisticamente i talebani attentatori dell’11/9/2001 (lo afferma in Tv Alain Lussier, unico personaggio del primo film ad apparire solo fugacemente in questo sequel), oppure i figli neocapitalisti e neomaterialisti rispetto ai “civili” socialisti voluttuosi come i padri. Al capezzale dell’amico morente si ritrovano tutti i suoi vecchi amici a ciarlare di cose “di sinistra”, mentre, però, la sanità pubblica è allo sfacelo (degenti su barelle in corsia, attrezzature mancanti, sindacalisti venuti fuori da una puntata de I Soprano) e solo coi soldi si può morire dignitosamente. Insomma, niente niente che lo sguardo di Arcand (e, a dire il vero, il dubbio sorgeva già alla visione de Il declino…), gradito agli intellettuali ed ai borghesi radical chic, sia reazionario più che autoironico? L’Oscar attribuitogli come miglior film straniero dalla conservatrice Academy Awards, potrebbe sciogliere il dilemma.


(Rosario Gallone)


l'altra faccia delle invasioni

Rémy e gli amici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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