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Insomnia (Usa 2002) di Christopher Nolan con Al Pacino, Robin williams, Hilary Swank, Martin Donovan

Per fare colpo, al londinese Nolan, sono bastati due film (Following e Memento). Ora non ha più bisogno di decostruire, di narrare à rebours. Insomm(ni)a, smesso di épater le bourgeois, eccolo alle prese con una storia lineare (e tanto per non correre rischi sceglie la strada del remake e precisamente dell'omonima pellicola norvegese diretta, nel 1997, da Erik Skioldbjoerg con Stellan Skarsgard nel ruolo principale). Più facile a dirsi che a farsi. La sfida di Nolan era più ardua che nel passato: per le aspettative del pubblico e per la necessità di non farsi schiacciare dalle immense personalità dei due protagonisti (e Williams, a dire il vero, dà dei punti a Pacino). Ma ne esce vincente. Will Dormer è una sorta di Quinlan moderno che piomba in pieno Twin Peaks (e lynchiane sono anche la carogna di cane nascosta in un vicolo, l'interrogatorio nella discarica a cielo aperto), salvo poi trovarsi, dopo mezz'ora, in una versione sottozero di Delitto per delitto. Lo saprete già, ma la carta vincente di Insomnia è la luce. Nolan priva di senso l'espressione "fare luce", sicché il detective con tutta la luce che vuole, non riesce a venire a capo di niente, ed in più estende l'intuizione hitchcockiana di Intrigo internazionale (suspense in pieno giorno) all'intera durata del lungometraggio. Speriamo, tra l'altro, che la distribuzione italiana (cieca quanto Tiresia e sprovvista della sua lungimiranza) recuperi anche il prototipo scandinavo. Giusto per capire se è tutta farina del sacco di Christopher.

(Rosario Gallone)

 

Insomnia

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