|
|
|
Indagini sporche
(Usa 2002) di Ron Shelton con Kurt Russell, Scott Speedman, Ving Rhames,
Lolita Davidovich, Michael Michele, Brendan Gleeson
Facce che portano i segni del tempo (Russell,
la Davidovich), giovani frustrati nel loro potenziale idealismo
(Michele e Speedman), politica marcia (Gleeson) o,
nella migliore delle ipotesi, più ambiziosa che onesta (Rhames).
Sullo sfondo: la rivolta seguita alla sentenza di assoluzione per i carnefici
di Rodney King. Anche solo leggendo queste righe capireste che
dietro questo ruvido, polemico e disilluso "nero", molto seventies,
c'è la mano di James Ellroy (suo il soggetto). Come al solito,
quando si tratta dell'autore di American Tabloid e L.A.Confidential,
la cronaca si intreccia con la fiction, la denuncia della corruzione si
affianca ad una visione sostanzialmente pessimistica della società
americana. La carne a cuocere è tanta, ma, questa volta, pare che
sceneggiatore (David Ayer) e regista (Ron Shelton, finora
dedito a commedie sportive: Bull Durham, Chi non salta
bianco è, Tin Cup) abbiano sbagliato i tempi
di cottura, lasciando alcune bistecche crude (il fallimento del matrimonio
del protagonista è risolto frettolosamente; è piuttosto
implausibile che il capo della polizia, per i suoi loschi affari, si affidi
a due scoppiati; il contesto storico non assurge mai, come accade nei
romanzi ellroyani, a motore dell'azione). Peccato perché il triangolo
"poliziotto vecchio, corrotto e stanco - poliziotto giovane, entusiasta
e roso dal rimorso - poliziotto della disciplinare, afroamericano, ambizioso
e, a suo modo, integerrimo" è ben descritto e ben recitato.
Vincitore del Noir in festival di Courmayeur.
(Rosario Gallone)
|
|
|
|