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Il voto è segreto
( Iran/Italia/Canada/Svizzera 2001) di Babak Payami, con Nassim Abdi, Cyrus Abidi, Youssef Habashi, Farrokh Shojaii, Gholbahar Janghali

Notazione ironico-sanitaria: se il cinema iraniano confermerà il trend positivo degli ultimi tempi, in termini di accoglienza da parte del pubblico, dovremo abituarci ad andare in sala con il servizio da té per accompagnare, per così dire, il ritmo rilassato di questo cinema. Sembra proprio che il classico In medio stat virtus non sia più di questi tempi e noi, pubblico medio, dovremo rassegnarci a passare dai frenetici montaggi del cinema occidentale, che tanto fanno la fortuna dei produttori di Aulin®, ai piani sequenza interminabili dei film iraniani che fanno concorrenza alla valeriana.
Notazione serio-politica: con Il voto è segreto ecco un altro bel momento di cinema impegnato proveniente dall'Iran. Anche questa volta c'è lo zampino di Makhmalbaf, che firma l'idea tradotta poi in film da Payami. In Iran le elezioni arrivano come uno sbarco alleato, da cielo e da mare come si suggerisce la sequenza iniziale del film. E così come sono arrivate, da un elemento alieno, così vanno via; di nuovo a bordo di un gigantesco aereo in mezzo al deserto. Di mezzo c'è la Persia che cerca con fatica di aprirsi alla democrazia e alla modernità, che si scontra con la "Storia lunga", una tradizione millenaria che quella democrazia vede come un elemento altro e sostazialmente inutile alla propria organizzazione sociale. Entrambe le posizioni, tradizione e modernità, sono egualmente legittime e rispettabili, anche se lo sguardo del regista parteggia chiaramente per la seconda.E' proprio questa tensione che alimenta il film e più in generale fa dell'Iran il laboratorio più interessante del cammino dell'Islam oggi.
Coproduce Fabrica.

(G.A.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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