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The
Hole (Gb 2001), regia di Nick
Hamm, con Thora Birch, Desmond Harrington, Daniel Brocklebank, Keira Knightley
Il film mette in evidenza,
con un'ottica cinica piuttosto compiaciuta, il nichilismo, l'edonismo
e l'incapacità di controllare istinti e passioni - fino alla psicopatologia
- degli adolescenti inglesi (e non solo, ovviamente). Il taglio narrativo
scelto è quello del thriller falso-gotico (a tal proposito,
confrontate la prima scena con tutto il resto) dall'ambientazione oscura
e claustrofobica, che nella prima parte (ma non nella seconda) riesce
ad enfatizzare il mistero racchiuso nella mente di una ragazza, l'unica
che sappia cosa è successo in un bunker sotto il suolo di un bosco,
dove per gioco lei e tre suoi compagni sono rimasti rinchiusi alcuni giorni.
La protagonista, in stato confusionale, offre ad una psicologa una prima
versione dei fatti; questa versione è contrastata da quella di
un suo amico, da lei accusato di essere il responsabile della tragedia
che man mano si dipana: si allarga infatti il campo delle conoscenze degli
spettatori, che vengono a sapere che dei quattro rinchiusi nel bunker
la ragazza è la sola sopravvissuta. L'intero film, a pensarci bene,
è un progressivo allargamento di campo: la protagonista aggiunge
altri due segmenti di rivelazioni, l'ultimo dei quali, particolarmente
crudele, nega i precedenti e fornisce la soluzione del mistero. Secondo
questo film, prevaricazione, invidia, frivolezza, sesso, violenza e morte
sono gli unici punti di riferimento dei ragazzi benestanti e alla moda
dei college inglesi; l'amicizia è del tutto assente dalla loro
concezione di vita, mentre il sentimento amoroso, anche se all'apparenza
somiglia all'amour fou del romanticismo estremo ottocentesco, è
intimamente unito all'egoismo più delirante e al desiderio di distruggere
gli altri, persona amata compresa. Dark nelle atmosfere e nei contenuti,
The Hole vale la pena di essere visto, ma chi desidera
emozioni forti legate a intriganti stimoli intellettuali probabilmente
verrà deluso, forse perché il meccanismo narrativo si basa
su diverse versioni di uno stesso fatto, autoescludentisi e non complementari,
cosicché, più che a un'unica architettura che si dipana
man mano, assistiamo a diverse storie adiacenti. Il giovane Nick Hamm
(Martha da legare) si avventa sui corpi e sulle sequenze
con aggressività, come è tipico dei registi della sua generazione.
Thora Birch aderisce con tutta se stessa ad un figura che attraversa
varie gradazioni di personalità, dimostrando esimie virtù
d'attrice che però, per non rovinare le sorprese decisive del film,
è meglio non descrivere.
(L.S.)
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