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Good Night, and Good Luck (Usa 2005) di George Clooney con David Strathairn, George Clooney, Robert Downey jr., Patricia Clarkson

Come già sostenuto da Valerio Caprara su Il Mattino all'indomani della proiezione veneziana (al Lido Strathairn ha ottenuto la Coppa Volpi, mentre Clooney ed il suo cosceneggiatore Grant Heslov - attore spesso utilizzato come medioorientale, in True Lies tanto per citarne uno - l'Osella d'oro), non bastava che Clooney fosse unanimemente riconosciuto come divo fascinoso e di successo e produttore con un certo credito. Ci mancava che si dimostrasse anche bravo regista. Cosa che, tra l'altro, secondo chi scrive (ed a differenza di Caprara), aveva già fatto con Confessioni di una mente pericolosa dove lo stile postmodernamente pop si sposava con la storia raccontata. Stesso connubio, tra forma e contenuto, si ha nell'opera seconda in cui, per raccontare come il giornalista CBS Ed Murrow abbia smontato, negli anni '50, il teorema complottista del senatore Joseph McCarthy ed il suo stesso estensore attraverso il talkshow Person to Person, sceglie uno stile televisivo, apparentemente in diretta (la diretta prima di andare in onda), nel bianco e nero d'epoca e riservandosi (come del resto nel suo esordio) un ruolo di contorno, ma che, in qualche modo, dice qualcosa anche sulla sua regia (Fred Friendly è l'uomo sotto la scrivania, quello che dà le indicazioni a Murrow). Strathairn, poi, è un interprete strepitoso in una performance fatta più di virgole (che stanno per pause, come quella del titolo) che di logorroico profluvio di parole.

(Rosario Gallone)

 

Grant Heslov

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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