HOME-PAGE

Fantasmi da Marte (Usa 2001) di John Carpenter. Con Natasha Henstridge, Ice Cube, Pam Grier, Clea DuVall, Jason Statham, Liam Waite, Joanna Cassidy

C'era una volta Hollywood, c'erano una volta i B-Movie, le dissolvenze a tendina, i trasparenti, i modellini.
C'erano una volta gli artigiani. Qualche Francese li fregiò del titolo nobiliare di auteur, ma loro, seppur felicitandosi di questo, continuarono a definirsi artigiani.
C'erano una volta registi combattivi, benda sull'occhio, modi spicci, pistola in pugno, "azione, azione, azione, questo è il cinema". Oggi non ci sonp più e nessuno sembra ricordarli. Solo un regista, capellone ormai canuto, duro come una roccia, un Piccolo Cesare, like a motherfucka, chiamato John Carpenter, sembra avere, come unico scopo nella vita, e nell'arte, rendere loro omaggio. Da Hawks (in primis) a Fuller, da Walsh fino a Edgar G. Ulmer, e oltre.
Il suo nuovo film è quello che vi aspettate, un retro-movie tenerissimo, proprio per questo suo testardo voler essere un film d'altri tempi, non solo narrativamente (come fanno i vari Michael Bay senza cervello di oggi) ma anche esteticamente e moralmente.
Un'opera che sembra venire da lontano, piena di quel sense of wonder che teneva incollati alle sedie, a bocca aperta, platee colme di gente varia.
La storia: siamo su Marte, uno sputo di pianeta texano, nel 2175, o nel 1875, non ricordo, e dei poliziotti-cowboy si scontrano con un gruppo di indiani mansoniani che urlano e tirano frecce-lame rotanti contro un treno che deve ritornare a Chrisis-Yuma. Non ce la faranno in molti.
Non vi viene l'acquolina in bocca? No?! O tempora, o mores!

(L.E.)

Fantasmi da marte

John Carpenter sul set

Ice Cube







<back>