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Dolls
(Giappone 2002) di Takeshi Kitano con Miho Kanno,
Hidetochi Nishijima, Iatsuya Mihashi, Chieko Matsubara, Kioko Fukada,
Tsutomu Takeshige
Tre storie si
sovrappongono e si rincorrono in un inno all'amore eterno e al suo indissolubile
rapporto con la morte. Due giovani amanti, separati da un matrimonio d'interesse
si ritrovano e si legano l'uno all'altro con una corda e vagano senza
meta. Un vecchio yakuza ritrova, nel parco dove la sua fidanzata ogni
sabato gli portava il pranzo, il suo amore di gioventù, che lo
aspetta da anni. Un fan di una idol diviene cieco in un incidente
e solo in questa condizione riesce finalmente ad incontrare l'oggetto
della sua venerazione.
Il regista giapponese più in vista della sua generazione abbandona,
ma non è la prima volta, le storie di Yakuza per affondare lo sguardo
nei dolorosi colori dei sentimenti, che sono gli stessi delle quattro
stagioni e che, però, giunti all'inverno, non hanno modo di rinverdirsi
in una nuova primavera. Ispirato al teatro Bunraku, nel quale delle
marionette sono mosse da uomini in nero, questo lavoro di Kitano
si presenta come opera di pura poesia visiva nel quale i personaggi sono
guidati dalla mano invisibile del destino, e a causa dei loro amori irrazionali procedono inesorabilmente
verso la morte. La fotografia di Katsumi Yanagijima e i costumi,
carichi di simbolismo, dello stilista Yohji Yamamoto contribuiscono
in modo determinante a fare di ogni inquadratura qualcosa di sontuoso
(Giacomo
Fabbrocino)
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