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Dazeroadieci (Italia 2002) di Luciano Ligabue con Massimo Bellinzoni, Stefano Pesce, Pierfrancesco Favino, Elisabetta Cavallotti, Barbara Lerici, Stefano Venturi

0 al mare della riviera romagnola ed in particolare a quello di Rimini, che, sia le immagini sia la descrizione dei protagonisti, mostrano più simile ad una discarica che al mito della enorme e limpida distesa d'acqua che circonda la terraferma.
1 alla maglietta indossata da una delle protagoniste femminili, una delle due gay del gruppo, sulla quale è riprodotto il logo della benzina Esso ma con la variante Sesso;
2 all'abbigliamento con cui se ne vanno in giro i quattro fighetti, in particolare Baygon, che con i suoi pantaloncini-boxer fa pensare alle spettatrici: "Se rimanessi su un'isola deserta sola con lui, sceglierei la castità per la vita!"
3 alla sfilata, su un carro, di Biccio (Pierfrancesco Favino) che truccato da donna è davvero inguardabile;
4 alla rivelazione di Biccio dell'esistenza ancora di forme di razzismo nei confronti dei cosiddetti "diversi". Che tristezza! siamo nel XXI secolo!
5 alle interpreti femminili che non sembrano molto dentro la parte e sono tutte un po' insignificanti e sciapite!
6 al cameo di Stefano Accorsi che appare in foto nell'incipit, per soli dieci secondi. Amicizia o gratitudine per chi, in un certo senso, lo ha iniziato ad una significativa e duratura (come si augurano tutte le sue fans femminili e non) carriera?
7 agli interpreti maschili, ad eccezione di Massimo Bellinzoni (avrà un bel dieci o un n.c.?), che rispecchiano al meglio la generazione di trentacinquenni un po' frustrati e malinconici i quali pur di sentirsi ancora giovani, decidono di rivivere lo stesso weekend iniziato vent'anni prima e, durante il quale, erano state lasciate troppe cose in sospeso. Mensione speciale a Stefano Pesce (che oltre ad avere lo stesso nome è un vero e proprio clone di Stefano Accorsi. Non a caso Freccia è il fratello defunto di Giove) che oltre ad essere la voce narrante del film, ossessionato dalle pagelle e dai voti cui ognuno di noi è sottoposto nella vita, è un perfetto alter ego di Ligabue di cui indossa perfino i tanto amati stivali.
Un bel 7 anche alla colonna sonora che pur ricordando tutto il repertorio di Ligabue, è come sempre gradevole e carina.
8 all'idea di Libero di festeggiare i non-compleanni dei suoi amici, regalando ad ognuno di loro un piccolo momento di gloria! Regalo che farà anche a se stesso con esito diverso.
9 alla regia di Ligabue, notevolmente migliorato, tenuto conto che non ha grandi pretese. Significativa appare la scelta di lasciare fuori campo l'incidente di Libero, accompagnato dal tifo rumoroso e dagli applausi degli spettatori di questa tanto assurda, quanto redditizia (car)oulette russa.
10 a Massimo Bellinzoni: il suo Libero, spossato da anni di dialisi, dopo aver cercato in piccolo di esaudire i sogni dei suoi storici amici, realizza anche il suo con una scelta estrema. L'unica, però, che gli permetta di sentirsi finalmente degno del nome che porta.

(Letizia Gallone)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



























































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