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Dark Water (Usa 2005) di Walter Salles con Jennifer Connelly, John C.Reilly, Tim Roth, Pete Postlethwaite, Dougray Scott

Dark Water versione a stelle e strisce, così come il primo The Ring, riconcilia con la pratica, spesso disdicevole, del remake. Quando l'approccio riesce, l'operazione ha un ritorno positivo anche per l'originale che viene maggiormente apprezzato. E' probabile che sia il gusto di uno spettatore occidentale, abituato a determinati standard recitativi, ad impedire di apprezzare nel modo giusto certe sottigliezze, ma l'impressione è che nel prototipo di Hideo Nakata (come del resto accadeva in Ringu) l'approfondimento psicologico fosse limitato da una performance non all'altezza. Jennifer Connelly, invece, qui è bravissima (e meriterebbe l'Oscar più di quanto lo abbia meritato per A Beautiful Mind) come lo è (per la prima volta, secondo chi scrive) Walter Salles, entrambi al servizio di uno script (di Rafael Yglesias) che pare ripercorrere la pellicola giapponese, ma con delle varianti non da poco: l'apparizione solo finale del fantasma (relegato per tre quarti del film al limbo del fuori campo) fa sì che sia maggiormente esaltato il côté da horror psicologico; la maggior delineazione dei personaggi di contorno (l'agente immobiliare, il portiere, l'avvocato - inventato ex novo - solo quanto la protagonista) rende meno gratuite le loro azioni; la sequenza finale riesce ad essere diversa dall'originale (primo piano del fantasma della mamma con alle spalle la sua nuova figlia Mitsuko), ma altrettanto bella.

 

(Rosario Gallone)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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