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Compagnie
pericolose (Usa 2001) di Brian Koppelman
e David Levien con Barry Pepper, Vin Diesel, Seth Green, Dennis Hopper,
John Malkovich, Tom Noonan
L' X-Generation approda
nel mob movie. E porta con sé tutto il carico di incomprensioni,
dubbi, crisi esistenziali che la connotano nell'immaginario (cinematografico,
giornalistico, sondaggistico, televisivo) prima che nella realtà.
Compagnie pericolose raccatta indiscriminatamente il peggio
della tradizione cinegangsteristica e del ritratto generazionale
e, se penso che ci si sono messi in due (Koppelman e Levien,
sopravvalutati già al tempo del loro primo copione: Rounders)
per tirare fuori uno script in grado di sprecare Hopper,
Malkovich (che gigioneggiano svogliatamente) e Diesel (una
vera risorsa per quanti sappiano sfruttarla a dovere, senza mettergli
in bocca imbarazzanti pillole di filosofia spicciola) nonché di
riciclare sterilmente i topoi del genere (compreso un fuoco incrociato
finale che riprende, quasi elevandolo alla terza, quello analogo de Le
iene), comincio seriamente a dubitare che la cinefilia possa essere
una prerogativa valida dell'attività registica (a meno che non
ci si chiami Coen o Tarantino). Se vi piace il coté
psicologico nella rappresentazione dei mafiosi, meglio recuperare il serial
I Soprano piuttosto che incoraggiare, grazie agli incassi,
la carriera di due furbi fighetti convinti di poter supplire, con la tecnica,
alla pressocché totale mancanza di idee.
(Rosario
Gallone)
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