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La collezione invisibile (Italia 2002) di Gianfranco Isernia con Felice Andreasi, Edoardo Leo, Ana Valeria Dini, Francesco Colella

Trovarsi di fronte ad una pellicola italiana di ispirazione hitchcockiana non può che essere una piacevole sorpresa nell'asfittico panorama nostrano, e di questo bisogna dare atto.
Gianfranco Isernia, esordiente giallista, è, senza dubbio in questo caso, coraggioso nel tentativo di far rivivere i fasti dell'epoca di Un maledetto imbroglio (tratto dal gaddiano Quer pasticciaccio brutto de via Merulana). Proprio come Pietro Germi, vuole offrire al pubblico, come protagonista, la solarità romana di un quartiere popolare (il Testaccio), contrappuntata dalle ombre di una vicenda criminosa scaturita, in modo plausibile, dalla brama d'interessi.
Tutto ciò è ben rappresentato all'inizio del film, poi la costruzione si frantuma, la regia si perde (e con essa l'attenzione di chi guarda). Difatti, la contaminazione dei serial poliziotteschi televisivi attuali invade le già fragili consistenze dei personaggi; solo Felice Andreasi resiste, ma non è sempre presente; le velleità citazionistiche travolgono alcuni passaggi (la pacchiana scena, che cita Il sospetto, nella quale si vede il famoso bicchiere di latte illuminato, ma questa volta al neon!), personaggi anziani femminili alla Arsenico e vecchi merletti convivono con commissari provenienti dalle corbucciane avventure di Monnezza .
La risoluzione del giallo, infine, è banale. Verrebbe la voglia di anticipare il finale ma, in fondo, le buone intenzioni vanno comunque rispettate.

(Sergio Bombardier)

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