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Coffee and Cigarettes
(USA 2003) di Jim Jarmusch, con Roberto Benigni, Steven Wright, Cinquè Lee, Joie Lee, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits, Joe Rigano, Vinny Vella, Vinny Vella Jr., Renee French, E.j. Rodriguez, Alex Descas, Isaach De Bankolè, Cate Blanchett, Meg White, Jack White, Alfred Molina, Steve Coogan, Gza, Rza, Bill Murray, Bill Rice, Taylor Mead.
In 12 cortometraggi, girati dal 1986 ad oggi, l'allievo
di Wim Wenders e Nicholas Ray tesse il suo elogio della
conversazione, del caffè e delle sigarette. La cifra del film è
il feticcio: i pacchetti di sigarette di varie marche, le tazze di caffè
presenti sui tavolini in numero quasi sempre eccessivo rispetto agli avventori,
persino gli interpreti, quasi sempre nel ruolo di se stessi, sono i correlativi
oggettivi di uno stato d'animo che si fa minimalista poetica del particolare.
La vita è casualità e non sense: i rapper GZA ed
RZA del WU-TANG CLAN si ritrovano ad essere serviti da Bill
Murray in persona che scola caffè direttamente dal bricco mentre
RZA rivela all'amico di essere uno studioso di medicina alternativa,
così come, in uno dei momenti migliori, Tom Waits spiega
ad Iggy Pop di essere, prima ancora che un musicista, un medico
in grado di praticare una tracheotomia con una biro.
Apparentemente slegati i corti costituiscono invece un entropico, ma non
inverosimile ordito metaforico: non può non esserci un legame tra
l'imbranato cameriere che cerca di corteggiare la bella Renée
French intenta a leggere riviste di armi e motociclismo e i due anziani
lavoratori dell'ultimo episodio che, con il solo ausilio dell'immaginazione,
corteggiano la vita proprio nel monento in cui questa sta per svanire.
Affilato ed elegante il bianco e e nero dei cinematographers Tom
DiCillo (primo episodio), Frederick Elmes (autore della fotografia
del primo esperimento in video di David Lynch, The Amputee),
Ellen Kuras, e del grande Robby Müller. Bianco
e nero come le caselle delle scacchiere che spesso sono raffigurate sui
tavolini inquadrati dall'alto, altra metafora della vita e del dialogo
come sfida.
(Giacomo Fabbrocino)
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