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Che ne sarà di
noi
(Italia 2004) di Giovanni
Veronesi con Silvio Muccino, Violante Placido, Elio Germano, Giuseppe
Sanfelice
Fiuuu! Tiriamo tutti un sospiro di sollievo.
Delle 12 nomination ai David di Donatello
a Che ne sarà di noi, nessuna si è
trasformata in statuetta. Alla mia netta stroncatura orale mi sono spesso
sentito rispondere che, forse, in quanto trentaquattrenne non sono riuscito
a partecipare della vicenda di questi adolescenti. Sarà, ma ricordo
di aver cominciato a vedere Dawson's Creek a
trent'anni e di essermi appassionato. La verità è che il
film di Veronesi (autore, nel suo passato da regista,
di un paio di cose interessanti quali Maramao,
il suo esordio, e Silenzio si nasce) è
una furbata "nostalgico-vanziniana" con Violante Placido
nel ruolo della stronzetta snob che fu delle varie Antonella Interlenghi
e Sharon Gusberti, Elio Germano in quello
del coatto alla Claudio Amendola"prima maniera",
Giuseppe Sanfelice in quello di Gianni Ansaldi
in Sapore di mare (finanche meno intellettuale
e più nazional-cattolico-popolare, con tanto di immaginetta di
Padre Pio nel portafoglio). Ora, dato che il soggetto
è di un Muccino (quello piccolo, con la zeppola
ancora più accentuata), il film diventa un caso di cinema di qualità
e gli piovono addosso le 12 di cui sopra. Poi quei pazzi sono rinsaviti.
O c'entrerà qualcosa la faccenda del fax occupato che ha impedito
a 45 giurati di inviare la loro scelta per le candidature?
(Rosario Gallone)
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