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The
Bourne Identity (Usa 2002)
di Doug Liman con Matt Damon, Franka Potente, Brian Cox
Ciò
che mi indispettisce dei registi che vengono fuori dal Sundance
è che, poi, vogliono passare per autori qualunque cosa facciano.
Liman (Swingers, Go) si è prodigato
in dichiarazioni in cui sosteneva la sua intenzione di coniugare l'action
americano col cinema europeo ("suspence alla Hitchcock e
azione alla John Woo" recita lo slogan). Ma per favore! Qui di
europeo ci sono solo le location, il resto è modesto cinema
d'intrattenimento la cui suspense si esaurisce quando il protagonista
apre la sua cassetta di sicurezza, per non parlare delle americanate più
americane di quelle di un film con Steven Seagal (Jason Bourne
si getta da un quarto piano usando un cadavere come zavorra e materasso
d'atterraggio, trovando pure il tempo, durante la caduta, di sparare ad
un altro suo avversario). Tutto accettabile (come, del resto, lo era nel
precedente adattamento televisivo del romanzo di Ludlum, ad opera
di Roger Young, con Richard Chamberlain e Jaclyn Smith)
se non fosse per la spocchia del director. All'inizio c'è
anche Orso Maria Guerrini nel ruolo di un pescatore-chirurgo (!).
(Rosario
Gallone)
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