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La
bestia nel cuore (Italia
2005) di Cristina Comencini con Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo
Cascio, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro
B come bambina - perduta, E come
educazione paterna, S come silenzio – assenso materno, T come
tradimento, I come infanzia - infranta, A come
amore-fraterno. Queste sei parole composte/suggestioni possono riassumere
l'essenza dell'ultimo film di Cristina Comencini, La
bestia nel cuore. Sabina è una
doppiatrice di fiction, ha un compagno, Franco (Alessio
Boni), attore
teatrale mancato che ha accettato di recitare per una fiction che è la
versione trash di ER Medici
in prima linea; poi c'è Emilia (Stefania
Rocca) l'amica cieca - lesbica di Sabina, da
sempre innamorata di lei, poi ancora Maria, collega
di Sabina, lasciata
dal marito per un'amica della figlia ventenne, e infine c'è Daniele (Luigi
Lo Cascio), il fratello maggiore, che vive lontano, trasferitosi
da anni negli Stati Uniti, o forse sarebbe meglio dire
fuggito negli
Stati Uniti. Ma da cosa? Da chi? Non so quanti di voi
conoscano il quadro di Francisco Goya nel quale lo stesso
artista è rappresentato
con la testa reclinata su un tavolo, mentre alle sue spalle e sopra di
lui si agita una folla di fantasmi infernali, pipistrelli e civette,
questo quadro la cui didascalia recita <<Il
sonno della ragione genera mostri>> esemplifica
perfettamente la situazione che ormai affolla le notti di Sabina.
La tematica delle violenze familiari è affrontata in maniera molto
delicata e rispettosa, commossa e distaccata, veritiera e non retorica.
La sceneggiatura scritta dalla stessa Comencini, autrice
dell'omonimo libro, risente molto di una scrittura e di un punto di vista
prettamente femminili. Tutte le figure maschili escono sconfitte da questo
film (addirittura
Maria/Angela Finocchiaro decide di
lasciarsi travolgere dall'attrazione per l'altro sesso), quasi tutte
almeno, eccezion fatta per Daniele/Luigi
Lo Cascio, che,
durante una emozionata conversazione – confessione
con Sabina, non ci fa rimpiangere alcuni dei grandi
attori italiani del passato, e possiamo affermare che tra le nuove leve
lui rappresenti la meglio
gioventù. Coppa Volpi meritatissima ad una bella e brava
Giovanna Mezzogiorno (dice di aver imparato molto da Peter
Brooke e si
vede), e menzione speciale per un'Angela Finocchiaro in gran forma grazie
alla quale tra tanta tristezza e angoscia si riesce anche un po' a sorridere.
(Letizia
Gallone) |
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