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Belfagor
- Il fantasma del Louvre (Francia
2001) di Jean-Paul Salomé con Sophie Marceau, Fréderic Diefenthal,
Michel Serrault, Julie Christie
Nel Louvre ci si può
perdere. Capita a chi lo visita e, a quanto pare, anche a chi ci gira
un film. Salomé "vo' fa' l'Americano",
ma non ne azzecca una. E dire che poteva partire dal bel racconto di Arthur
Bernéde, da lui stesso sceneggiato nel 1926 per il Belphégor
di Henri Desfontaines, e dalla nostalgia del pubblico per la miniserie
TV di Claude Barma, degli anni '60 (un vero e proprio cult;
i Rosacroce, il metallo di Paracelso, Lady Grammofono:
do you know?). Invece, Jean-Paul cosa ti fa? Ci piazza un
bel prologo nell'Egitto del 1935 (che fa tanto Indiana Jones
e il quinto elemento della mummia esorcista), fa morire "la
nonna di Vic" (che, però, fa in tempo - delle mele?
- a trovarle un boyfriend), affida il ruolo dell'eroe ad un simpatico
(ma fuori ruolo) Frédéric Diefenthal (Taxxi
1 e 2) e, dulcis in fundo, riduce il plot
ad una semplice vicenda di possessione. Non c'è mistero, non c'è
suspense e, soprattutto, non ci si mette paura. In compenso, c'è
il finale più moscio della storia del cinema horror ed un
abominevole stop frame conclusivo a mo' di telefilm giallo-rosa
(ricordate Sam & Sally?). In definitiva, l'unico fantasma
sembra essere Juliette Greco (protagonista dello sceneggiato sixties)
che appare fugacemente (e molto gratuitamente).
(R.G.)
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