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The Assassination (Usa/Messico 2004) di Niels Muller con Sean Penn, Naomi Watts, Don Cheadle

Ormai tutti hanno notato l'assonanza tra il cognome del protagonista di The assassination of Richard Nixon (titolo originale non tradotto in italiano, ma decurtato: e non mi sembra un caso!), Bicke, e quello del protagonista di Taxi Driver, Bickle. Trattasi, però, non di citazione cinefila, bensì di quasi fedeltà storiografica (allora è stato Paul Schrader ad ispirarsi alla realtà). Nel 1974, infatti, tale Sam Byck tentò di uccidere il presidente Nixon (il tentativo prevedeva il dirottamento di un aereo per schiantarsi sulla Casa Bianca!!!!). Perché? perché quell'uomo, con la sua sfrontatezza, con la sua mancanza di senso del pudore che lo aveva portato a ricandidarsi, nonostante le promesse (ritiro delle truppe dal Vietnam) mancate, sbatteva in faccia la vera essenza del Sogno Americano: un prodotto come un altro, venduto ai cittadini americani e non solo a loro. Un prodotto molto costoso alla portata, quindi, di chi i soldi già li ha. Eppoi, a detta del suo capo, Jack Jones, il Presidente del Watergate era il miglior venditore del mercato (sull'argomento parrebbe dire qualcosa anche il documentario di John Landis, Slasher): chi riuscirebbe a vendere le stesse bugie due volte? Logico pensare che, a questo proposito, Nixon ha già trovato il suo degno erede. Il film di Mueller, comunque, che vanta, tra i produttori, Alexander Payne, Alfonso Cuaron e Leonardo Di Caprio, soffre della zavorra tipica del film a tesi, nonché di una performance smorfiosissima di uno Sean Penn deniromorfizzato. Rimangono nella memoria due inquadrature finali: quando i telegiornali danno la notizia della morte dell'aspirante attentatore e le persone a lui più vicine, l'ex moglie Marie e l'amico-socio Benny, passano davanti allo schermo della TV senza neanche accorgersene. Fuck you Warhol!

(Rosario Gallone)

 

Sean Penn

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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