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L'apparenza inganna (Francia 2001) di Francis Veber con Daniel Auteuil, Gérard Depardieu, Jean Rochefort, Michele Laroque, Thierry Lhermitte, Michel Aumont

Francis Veber ha, ormai, una carriera pluridecennale alle spalle ed esperienza da vendere (soprattutto agli Americani che hanno rifatto ben quattro dei suoi film: Professione giocattolo/Giocattolo a ore di Richard Donner, La capra/E' tutta fortuna di Nadia Tass, Due fuggitivi e mezzo/In fuga per tre diretto da lui stesso in trasferta hollywoodiana, Les Compères-Noi siamo tuo padre/Due padri di troppo di Ivan Reitman). Dopo qualche anno di silenzio (in Italia, perché, in realtà, nel frattempo ha realizzato, negli Usa, Ma capita

Daniel Auteuil e Gérard Depardieu

tutto a me? con Matthew Broderick, e, poi, tornato in patria, si è dato al teatro), nella stagione 1999/2000 è riapparso sui nostri schermi con La cena dei cretini, successo di critica e di pubblico. Ora tocca a questo L'apparenza inganna, divertente pellicola sull "evoluzione del costume" (la tira in ballo l'anziano vicino gay del protagonista, quando gli suggerisce di fingere l'omosessualità per non essere licenziato, mentre vent'anni prima - ricorda malinconicamente - la stessa era stata per lui, psicologo aziendale, motivo di allontanamento), sorretta da una robusta sceneggiatura (dello stesso Veber) e da un cast di prim'ordine (il mio plauso personale va ad un esilarante Depardieu nel ruolo di macho-troglodita che si converte). C'è un momento nella pellicola, però, in cui il responsabile delle relazioni pubbliche (Thierry Lhermitte) si pente di aver calcato troppo la mano con Santini/Depardieu e, avvicinatolo, gli chiede scusa dello scherzo grossolano. E pare quasi che succeda lo stesso al regista il quale, dopo aver puntato decisamente sulla farsa, si tira indietro ripiegando su toni più moderati, da commedia (la riconciliazione con il figlio, la cena-liberazione con l'ex moglie), con un'ultima impagabile impennata: l'amplesso davanti ad un gruppo di ospiti giapponesi ("che ora mi stanno addosso - lamenta il Presidente dell'azienda - per rivisitare la fabbrica"). Comunque, statene certi, potrete trascorrere 100 minuti di intelligente divertimento.

(R.G.)

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