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L’amore
è eterno finché dura
(Italia 2004) di Carlo Verdone
con Carlo Verdone, Laura Morante, Stefania Rocca, Antonio Catania
Verdone sembra finalmente essere
riuscito a realizzare quella commedia matura cui da tempo auspicava, ma
che o non gli permettevano (Viaggi di nozze
e Gallo Cedrone erano concessioni evidenti al
botteghino) o non riusciva a realizzare (Ma che colpa abbiamo
noi, per esempio, scontava alcune ingenuità tipo
la stereotipata storia d’amore tra Stefano Pesce
ed Anita Caprioli). Qui, invece, gli riesce di mantenere
il giusto equilibrio tra ambizione europea (alla francese) e peculiarità
italiana (romana) che, lungi stavolta dall’essere un difetto, gli
consente di non snaturarsi del tutto. Come, del resto, la presenza, accanto
a caratteri ben delineati (la Morante, la Rocca
e lui stesso), delle macchiette dialettali (la coatta che manda gli sms
durante l’amplesso, gli assistenti di Tiziana)
è funzionale al racconto e non stona quanto nelle precedenti occasioni.
Tre scene impagabili (l’amplesso con la coatta; la psicologa televisiva
che per le sue questioni personali accetta i consgli di tutti, dal truccatore
alla sarta che le dice “Ma mannalo a ‘fanculo!”;
la notte a Nizza con la ginecologa) ed un finale amaro
(secondo, per efficacia, solo a quello senza speranze di Compagni
di scuola) contribuiscono a far salire molto in alto L’amore
è eterno finchè dura (e complimenti per il
titolo) nella classifica delle fatiche registiche del buon Carlo.
(Rosario Gallone)
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