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Amnèsia
(Italia 2002) di Gabriele Salvatores
con Diego Abatantuono, Sergio Rubini, Martina Stella, Bebo Storti
Amnesia si presenta
come un incrocio di percorsi esistenziali, raccontati in tempi cinematografici
diversi, ma paralleli. Il punto di partenza è il medesimo: il funerale
di un tardo-hippy, morto in un incidente stradale. Da qui si diramano
le storie di padri inquieti, come il pornografo Sandro (Diego
Abatantuono) ed il capo della polizia locale Xavier (Juango
Puigcorbè) e dei loro figli smarriti, come Luce (Martina
Stella), a cui il padre Sandro tenta invano di nasconderle
il suo lavoro e Jorge, ventenne ribelle ed impasticcato, che odia
il padre Xavier e ciò che rappresenta. A queste si aggiunge
la storia di Angelino (Sergio Rubini), proprietario di un
ristorante, che inciampa nei suoi sogni velleitari (come accumulare una
fortuna in poco tempo) ed in progetti concreti ( la nascita di un figlio).
Molti, poi, i personaggi di contorno, in un tourbillon, che rinvia allo
stile di Tarantino, seppur illanguidito dalla incertezza della
generazione di cinquantenni, a cui appartiene il regista. Allora
Amnesia non è solo il nome di una discoteca di Ibiza,
isola in cui è stato girato il film, ma anche lannebbiamento,
che sembra aver colpito gli adulti, immemori dei loro ideali di gioventù.
Se si riscontrano nel film lamore di Salvatores per laltrove
(rappresentato da unisola stratificata nella sua identità
sociale) e la sua ottima prova registica, caratterizzata da una visionarietà
rara nel panorama italiano (si veda il ricorso a tecniche, quali lo split
screen), il film tuttavia risulta imperfetto. Si avverte, infatti,
una certa debolezza della sceneggiatura, poco equilibrio nel cast ed incertezza
nella scelta del registro con cui rappresentare la problematicità
dei temi trattati. Così, evitati i toni drammatici e sfiorati quelli
ironico-grotteschi, la pellicola recupera solo nello stile visivo.
(Francesca
Zofra )
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