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American Psycho (Usa 2000) di Mary Harron con Christian Bale, Willem Dafoe, Chloe Sevigny, Reese Whiterspoone, Jared Leto


E la montagna ha partorito il topolino. Il fatto è che, a dire il vero, con una tempestiva ecografia, sarebbe stato abbastanza agevole prevedere la nascita del piccolo roditore. La montagna (l'omonimo libro di Bret Easton Ellis) sarà stata anche una cima di successo (milioni di copie vendute in tutto il mondo), ma avranno pur voluto dire qualcosa le innumerevoli rinunce (di Johnny Depp e Leonardo Di Caprio per il ruolo principale, di Martin Scorsese e Danny Boyle per la regia), i tagli di budget (dagli 80 milioni di dollari stanziati per il dicaprioproject ai 6 spesi per quello attualmente nelle sale). Diciamola tutta: il romanzo di Ellis era già datato nei '90, figurarsi nel 2001! Le psicopatofollie (allucinatorie?) del protagonista Patrick Bateman (un convincente Christian Bale, passato da L'impero del sole a L'impero dell'UVA), forse, non interessano più nessuno. Ci possiamo divertire a fare dell'onomastica, osservando che il cognome Bateman si può rileggere come Bat(e)man (e di maschere, di bellezza o di normalità, il buon Patrick ne indossa tante) o, meglio ancora, come Bate(s Nor)man, ma il gioco dura poco. La Harron (esordiente alla regia con Ho sparato a Andy Warhol) riproduce la superficie degli '80 (una compilation musicale con New Order, Phil Collins, Hue Lewis, e qualche iperlaccata acconciatura femminile), sceglie il distacco ironico, ma non riesce a ricreare l'atmosfera di un'epoca (cosa riuscita finanche a Frank Coraci, in The Wedding Singer), ricavandone solo tedio spettatoriale.
Inspiegabilmente, sono in corso le riprese del sequel.

(R.G.)

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