HOME-PAGE

Les amants réguliers (Francia 2005) di Philippe Garrel con Louis Garrel, Clotilde Hesme, Julien Lucas

Ha sicuramente fatto più notizia il passaggio in TV (su Raitre, nel corso del Fuori Orario di lunedì 12 settembre - casualmente la notte della premiazione veneziana che ha visto il film di Garrel aggiudicarsi il Leone d'argento per la regia e l'Osella per la miglior fotografia - intorno alle 00,45) precedente all'uscita nelle sale (con annessa protesta dei distributori cui, però, si potrebbe rispondere: di quando in qua vi interessa Garrel che in Italia conosciamo praticamente solo grazie a Ghezzi?) che il debutto del regista francese in una sala italiana. Certo è che Les amants réguliers non è la sua opera più riuscita con quella sua aria da "lato B" di The Dreamers (di cui utilizza degli arredi ed il protagonista, Garrel jr.) al cui autore rimanda una gratuita sequenza con strizzata d'occhio (Lilie chiede ad un amico "Hai visto Prima della rivoluzione?" ed al suo diniego si gira verso la m.d.p. pronunciando il nome di Bernardo Bertolucci), nella quale traspare, più che la nostalgia per un periodo di crescita personale (sentimento che pare alimentare la pellicola dell'italiano), un rimpianto per un'epoca. Rimpianto anche per un modo "epocale" di fare cinema (il bianco e nero, l'omaggio a La maman et la putain e le chiusure a iride son tutti segni di affetto verso la Nouvelle Vague). Un cinema del rimpianto, però, rischia di chiudersi in sé stesso (cosa che fanno anche i protagonisti del film dopo - e non prima come i tre personaggi bertolucciani - gli scontri con la polizia, rimpiangendo una rivoluzione per il proletariato impossibile da farsi senza il proletariato). Il che, con una precisione "svizzera" (tanto per omaggiare anch'io la Nouvelle Vague nella persona di Jean-Luc Godard), avviene.

(Rosario Gallone)

 

Clotilede Hesme e Louis Garrel

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<back>