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L’alba dei morti viventi

(Usa 2004) di Zack Snyder con Sarah Polley, Jake Weber, Ving Rhames, Mekhi Phifer

C’è una generazione di registi che ha metabolizzato l’immaginario seventies e riesce ora a sfornare remake che, tenuto conto del contesto mutato, reggono benissimo il confronto. Dopo il valido Non aprite quella porta di Marcus Nispel, è ora la volta di Zombi di George A. Romero. Zack Snyder, complice un copione pregevole del “tromiano” James Gunn (suoi gli script di Tromeo & Juliet nonché di Terror Firmer), gira, più che un rifacimento, una storia quasi parallela a quella (l’avrete letto ovunque: l’elicottero che, ad un certo punto, i protagonisti vedono volare sulle loro teste è quello su cui si trovano i personaggi del film del 1978) e che da quella si differenzia per un particolare piuttosto rilevante. Nonostante la location sia, anche qui, un centro commerciale, il plot si dipana lungo coordinate centrifughe piuttosto che centripete e claustrofobiche quali quelle del prototipo (tutti vogliono scappare; Kenneth stringe un rapporto di amicizia con il dirimpettaio Andy e, quando sarà necessario portargli da mangiare, Hitchcock prenderà il posto di Romero), per non parlare del dinamismo degli zombi (elemento, forse, ripreso da Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi prima che da 28 giorni dopo ). Scott H. Reiniger, Ken Foree e Tom Savini appaiono in Tv nei panni rispettivamente di un militare, di un predicatore (è lui a pronunciare la battuta/slogan “Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti cammineranno sulla terra”) e di uno sceriffo.

(Rosario Gallone)


manifesto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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