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36 - Quai des Orfèvres (Francia 2004) di Olivier Marchal con Daniel Auteuil, Gérard Depardieu, André Dussolier, Valeria Golino

Un po' noir alla Melville, ma anche molto polar alla Lautner e Deray degli anni '80 (quelli - Professione: poliziotto, Poliziotto o canaglia, Joss il professionista - con Belmondo, per intenderci), per questa seconda fatica registica (la prima Gangsters, con Richard Anconina e Anne Parillaud, in Italia ha fatto la sua comparsa direttamente nei videonoleggi) dell'ex poliziotto Olivier Marchal. Poliziotto, in realtà, sempre per motivi cinefili (Marchal avrebbe sognato fin da piccolo di entrare in polizia in quanto affascinato da Chandler e dai film polizieschi americani), dopo dodici anni all'Antiterrorismo e nella brigata notturna, è approdato felicemente (e naturalmente mi verrebbe da dire) sul grande schermo. Non prima di aver visto uccidere il suo istruttore, Christian Caron, proprio il giorno precedente l'inizio di un incarico alla scrivania. Il copione dello stesso Marchal trasuda, quindi, sincerità, partecipazione e conoscenza dei luoghi e dei caratteri, solo in parte sporcato da un discutibile risvolto romanzesco (à la Dumas) nella seconda parte. Ma la carta vincente di 36 sono i protagonisti: Daniel Auteuil e Gérard Depardieu. Quest'ultimo, in particolare, riesce a trattenere gigionismi dell'attore e frustrazioni del personaggio al punto da sembrare uno Jean Gabin più viscido e disilluso.

(Rosario Gallone)

 

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